sabato 18 agosto 2012

Italian Tourists


In fila per entrare al 9/11 Memorial

Lo scorso fine settimana, sono stata per la prima volta a visitare il 9/11 Memorial giú, a Ground Zero. E’ stato ufficialmente aperto nel 2010 e mi sono detta che era ora di andare a vedere.
Mi aspettavo di vedere una certa quantitá di turisti e infatti eccoli la’ tutti diligentemente in fila controllati a vista dalla polizia e dalla sicurezza del Memorial. Fino a quando l'intero progetto del nuovo World Trade Center non sara' ultimato serve un biglietto di ingresso alla zona delimitata delle "piscine". Se non ci si stampa il biglietto da Internet (che di per se e' gratis ma chiedono una donazione assolutamente volontaria) bisogna camminare in su qualche isolato vicino alla Cappella di S.Peter e ritirarlo presso il Memorial Preview. Detto fatto, altra fila e ho il mio biglietto d’entrata per le undici e mezza.
Mentre aspetto di muovermi verso la zona dei metal detector sento un linguaggio familiare. Mi giro e vedo un piccolo gruppetto di italiani in vacanza. Padre, madre due ragazzi di 16, 17 anni e una bambina di non piu’ di 6 annoiata a morte che chiede che posto e’ questo.  La fila si muove abbastanza veloce e in un momento di pausa dico ai due ragazzi: “Posso chiedere da dove venite?” Mi guardano straniti “Uh?”, “Da che citta’ venite”? ripeto io, “Roma” (poteva essere Torino, Macerata, Napoli o Trento, fa lo stesso).
Ma facciamo un passo indietro. Quando giravo per la citta’ e mi capitava di sentire parlare italiano chiedevo alle persone che incontravo da che citta’ venivano, cosi, per fare due chiacchere veloci (mi sembrava normale). Al che mi rispondevano e mi rifacevano la stessa domanda.
Alla mia risposta “sono di Milano ma abito qui” succede sempre la stessa cosa, cala un silenzio di tomba. Fine della conversazione, si girano, se ne vanno o ricominciano a parlare con i compagni di viaggio come se niente fosse successo. Io rimango li basita e mi chiedo cosa passi per le loro teste in quel momento. Gli avro’ rovinato la vacanza tutta “americana” incontrando un’altra italiana dove non se l’aspettavano? Avrebbero conversato di piu’ se fossi stata una turista come loro? Be’ sicuramente io non sono interessante come il Flatiron Building, la Statua della Liberta’ o il Madison Square Garden. Probabilmente preferiscono incontrare un americano, un po’ fuori di testa e goliardico, che dice solo tre parole in Italiano, cosi da poter andare a casa a raccontare di quello yankee incontrato in Times Square che parlava di pasta, pizza e mafia.

Anche la famiglia incontrata al Memorial non ha fatto eccezione. Be’ ho deciso, senza rancore alcuno, che e’ meglio che mi faccio gli affari miei. Si, in effetti puo’ essere piu’ divertente osservare i miei connazionali che girovagano per la Grande Mela invece di parlarci.
Classica coppia lei-lui. Lei vestita di tutto punto in coordinato e truccata per l’occasione con mappa della citta’, lui con pantaloncino corto, maglietta I Love New York comprata il giorno prima, scarpe da ginnastica rigorosamente di marca e macchina fotografica al collo. Li riconosco anche perche’ diciamola tutta, nessun turista e’ vestito bene come i nostri. Vogliamo mettere con i tedeschi dai sandaloni enormi e dei sacchi con tasconi portatutto al posto dei pantaloni?
Be’ loro, gli italiani in vacanza, sono quasi sempre all’angolo di un marciapiede, lei che scruta la mappa al centimetro e lui con le mani sui fianchi che si guarda in giro cercando di fidarsi del suo intuito/istinto e decidere da che parte andare. Un uomo italiano non chiede informazioni, mai. Punto.
Oppure che dire della lei che da consigli a lui sulle foto da fare? “Guarda che se non li prendi adesso insieme non ti capita un’altra occasione”. Ambulanza, Vigili del Fuoco e Polizia. Si che capita, viaggiano praticamente insieme, tutto il tempo.
Poi ci sono quelli che si danno dello stronzo a vicenda in mezzo alla Quinta strada pensando che nessuno capisce quello che dicono.
Infine, che dire del gruppo di amici trentenni dove il solito ignoto spicca dal gruppo e dice: andiamo di la', e prendono la metropolitana sbagliata? Una volta sentivo quasi l'urgenza di aiutarli mettendomi nei loro panni in una citta' enorme ma, ho scoperto che non vogliono aiuto,
preferiscono perdersi nei meandri dei lunghissimi corridoi della metropolitana di Union Square piuttosto che chiedere.
 
Be’ carissimi italians, io lo sforzo di farvi sentire un po’ a casa l’ho fatto. Non avete raccolto, non vi interessa, turisti fai da te? Poco male, adesso vi osservo da lontano e se passate da queste parti e vedete una che ridacchia da sola e scuote la testa mentre vi passa accanto, probabilmente sono io....
Photo by BarbaraCarraroJules