sabato 20 ottobre 2012

La patata bollente

Un’argomento che qui pare essere sempre all’ordine del giorno e’ se sei “straight” o no. Dove“straight” vuol dire letteralmente dritto ma che nell’uso comune vuol dire che una persona e’ normale, convenzionale, che non fa uso di droghe o eterosessuale.
Quest’ultima e’ l’argomento che ogni giorno salta fuori da qualche parte.
Dal primo gennaio di quest’anno nello Stato di New York coppie omosessuali si possono sposare, con rito civile o religioso (non cattolico). L’andare contro a questi matrimoni a me sembra una cosa cosi arcaica che mi viene da ridere. Da che mondo e mondo esistono le persone gay.
La parola gay
non e’nata con il significato di omosessuale. In Provenza in lingua d’Oc ga
Í
voleva dire gaio, allegro, che da’ gioia come "lo gai saber", "la gaia scienza", che, per i compositori ed esecutori di poesia lirica in lingua d’oc, è la scienza d'Amore, che poi attraverso il francese passò in inglese come gay. In questa lingua la parola acquisì nel Settecento il senso di "dissoluto", "anticonformista". Il significato peggiorò ancora nell'Ottocento, fino a voler dire "lussurioso", "depravato". Ecco perché, nell'Inghilterra dell'Ottocento, una gay woman era "una donnina allegra" cioè una prostituta, mentre una gay house (letteralmente "casa allegra") era un bordello. La connotazione omosessuale della parola, in questa fase, non era ancora presente. E’ arrivata ad essere collegata all'omosessualità solo nell'inglese parlato negli USA, prima del 1920, anno dal quale iniziano a moltiplicarsi le attestazioni dell'uso del termine gay col significato di omosessuale, nel gergo della sottocultura statunitense, in cui oggi viene usato anche il sinonimo faggot o fag, considerato però con un'accezione molto volgare. Al momento era riferito ai soli uomini, e non senza un beffardo parallelo con la gay woman.
Negli anni trenta il termine "gay" era già compreso dalla massa in America col senso di "omosessuale": lo rivela un film del 1938, Susanna, nel quale l'attore Cary Grant è sorpreso, per un malinteso comico, in vesti femminili. A chi gli chiede il perché, risponde stizzito: "Because I just went gay all of a sudden!", "Perché sono appena diventato gay tutto d'un tratto!".
Con la nascita negli USA del nuovo movimento di liberazione omosessuale l'uso “ufficiale“ di questo termine come lo sentiamo oggi avvenne nel 1969.
I nuovi militanti rifiutarono i termini usati fin lì, come omosessuale e soprattutto omofilo. Non volendo più essere definiti con le parole usate dagli eterosessuali, spesso ingiuriose, la comunità omosessuale scelse di auto-definirsi (come già avevano fatto i neri, che avevano rifiutato nigger preferendogli black) usando un termine del loro stesso gergo, cioè appunto gay. Era nato il Gay Liberation Front (GLF).

 
Phyllis Siegel, 76 anni, a destra, bacia sua moglie Connie Kopelov, 84, dopo essersi scambiate la promessa di matrimonio
all' Ufficio del
Manhattan City Clerk.
Credit: Michael Appleton-Pool/Getty Images
Lo sposarsi quindi arriva dopo una lunga serie di battaglie legali a suon di manifestazioni e di proteste politiche e di piazza.
40 anni fa, o giu’ di li non avrei potuto sposare mio marito. Le coppie miste erano considerate “non naturali”, “sbagliate” e “contro il volere divino”. L’idea era che, se Dio ci aveva creati con colori diversi allora per forza dovevamo rimanere diversi. Io credo che avesse altro in mente quando penso’ a creare l’uomo e la donna.
Oggi usano la stessa stupida scusa. Si attaccano a quello che Dio ha detto e Dio ha fatto.
Be’ Dio ha anche detto “non desiderare la donna d’altri” ma lo fanno lo stesso, ha detto “rispetta il padre e la madre” e poi li ammazzano per ottenerne l’eredita’.
Mi sono detta, se esiste quello che chiamo terzo genere sessuale e’ perche’ anche questo era nei piani di Dio, o no? Oppure andiamo a disturbare l’Onnipotente solo quando ci fa comodo?
In questi ultimi mesi ne ho visti tanti di matrimoni tra due uomini e tra due donne. Foto pubblicate su Internet, giornali, articoli vari. Cerimonie “normali” con amici, parenti e torta nuziale. Sono fermamente convinta che alcuni di questi dureranno in media piu’ di quelli etero. Quelli tra un uomo e una donna, che finita la festa dopo due o tre anni ognuno se ne va per la propria strada oppure rimangono insieme per i figli con amante di scorta. Non come quella coppia di signore ultraottantenni, che adesso vivono in una casa di riposo in California. “Siamo insieme da quasi sessant’anni” dice una delle due, “ai nostri tempi non potevi andare in giro a dirlo, abbiamo vissuto il nostro rapporto in segreto e la gente credeva fossimo coinquiline che dividevano le spese di casa”.
Si preoccupano per i bambini delle coppie gay, non di quelle con un padre che picchia la madre, la madre drogata o in galera, il patrigno pedofilo e quant’altro. Sono i gay che rovinano la societa’ o e’ meglio dire chi e’ senza peccato scagli la prima pietra? Forse, e dico forse, e’ ora di smetterla di fare i moralisti e gli ipocriti con le vite degli altri.