sabato 8 dicembre 2012

E' tutto bianco e nero

Questa settimana anche se siamo ormai all’8 di dicembre mi riesce difficile entrare nello spirito natalizio. Quando senti in continuazione di tragedie non puoi fare altro che arrenderti e pensarci sopra. La reazione a certi avvenimenti e’ anche peggiore dell’avvenimento stesso.
Lunedi sulla banchina di una stazione della metropolitana due uomini stavano facendo una discussione. Di cosa ancora non si sa’. Uno dei due a un certo punto spintona l’altro che finisce giu’ sulle rotaie. Mentre con le braccia si appoggia al bordo, probabilmente tentando di risalire, il treno entra in stazione e lo schiaccia tra la banchina e il laterale del treno stesso.
La tragedia di per se’ e’ una tragedia ma, quello che mi ha piu’ disgustato, e’ stato il fotografo freelance del New York Post che ha cominciato a scattare fotografie del pover’uomo che sarebbe morto di li a poco.
Il peggio e’ arrivato il giorno dopo quando sulla prima pagina del giornale a cui dice lui ha solo dato la sua scheda digitale con le foto che non ha neanche guardato, e’ apparsa la scritta “Quest’uomo sta’ per morire” e la foto di questo cinquantottenne che inesorabilmente guarda il treno venirgli addosso. La nausea poi e’ arrivata con l’intervista televisiva del fotografo che dice che non poteva fare altro che guardare e scattare fotografie cosi che il flash della sua macchina avrebbe “allertato” il conducente del treno. Risultato del suo zelo, un uomo e’ morto, il conducente ricoverato in stato di shock e lui e il giornale hanno guadagnato un bel po’ di soldi.
Era mezzogiorno e mezzo in Times Square, non so quante persone c’erano sulla banchina, probabilmente qualche decina visto la zona ma, pare che nessuno si sia adoperato ad aiutarlo a risalire o a farlo sdraiare in mezzo alle rotaie dove c’e’ abbastanza spazio per farsi passare il treno sopra senza venirne schiacciati. E’ gia’ successo altre volte e le vittime ne sono uscite solo con qualche graffio per la caduta.
Sono ormai perfettamente a conoscenza che non vivo in una citta’ di altruisti ma, questa batte tutto quello che ho visto accadere finora.
Rassicura un pochino il fatto che su otto milioni di persone trovi il buon samaritano che rischia anche la proprio vita per salvare la tua senza pensarci sopra due volte.
Qui non ci sono sfumature di grigio ma solo bianco o nero; chi se ne frega letteralmente e chi  ti darebbe anche l’anima se potesse.
Gli estremi hanno un effetto sulla mente umana che forse avrebbe bisogno di stabilita’ per poter funzionare al meglio. Invece ci sono tutte questi elementi che ti portano dalle lacrime nel vedere un poliziotto che con la misera paga che prende spende cento dollari per comprare scarponi a un senza tetto in una notte sottozero alla rabbia per un ‘fotografo’  sciacallo che guadagna nell’immortalare un essere umano pochi secondi prima di morire.
Oppure dall’uomo che ha preso 100.000 dei sui dollari in biglietti da cento, che un bel giorno si e’ presentato a darli via alle vittime dell’uragano che hanno perso tutto sperando che la sua buona azione ne crei delle altre, ai ladri che entrano nelle stesse case disabitate e inagibili a rubare quel poco rimasto.
Una contraddizione dietro l’altra senza mezze misure. E poi la gente ormai abituata tira dritto. Dopo due giorni si torna alla normalita’ fino alla prossima. Altri titoloni di giornali altri pettegolezzi e altre tragedie che “potevano essere evitate” (frase preferita da tutti).
Intanto si preparano le feste e si parla di regali e cibo sperando in un anno migliore.