venerdì 14 settembre 2012

Il cibo

 
E siamo arrivati a un punto dolente. Il cibo. Anche in questo campo all’inizio ci si perde. Quando hai mangiato “italiano” per trentacinque anni cominciare a mangiare altro non e’ semplice, soprattutto se sei quella che fa la spesa e cucina. Pasta, arrosto, lasagne, affettati e minestre era quello che conoscevo.
La mamma e’ sempre la mamma non si discute. Come cucina lei non lo fa nessuno. Cosi, cerchi di ricreare quello che sai e che hai imparato in anni spesi al tavolo della cucina a leccare cucchiai di legno con avanzi dell’impasto delle torte.
La pasta non e’ importata, la fanno qui da qualche parte. Qualche volta ti salta in mente di fare il ragu, cosi vai a comprare la carne. C’e’ di diversi tipi, 93% carne-7% grasso, 90% carne-10% grasso e via dicendo. Ci metto un pochino di salsiccia, ma non quella che chiamano italian sausage che ha i semi di finocchio che non sopporto, quella che per trovarla devi andare in uno di quei pochi negozi che vendono cibo italiano. Quello che ci metti mezz’ora in macchina per arrivare.
Sulla diciottesima Avenue a Brooklyn ce n’erano parecchi ma, adesso sono stati sostituiti da cinesi che vendono tutto da 99 centesimi in su. Cosi tanto che ci sei compri anche besciamella, prosciutto cotto e formaggio. Lo scontrino e’ una fucilata.

Al dunque e’ difficile trovare gli ingredienti. Per fare il tiramisu' ho dovuto girovagare per quattro negozi. I savoiardi li ho trovati una mattina mentre andavo al lavoro in un drugstore, una farmacia che vende un po’ di tutto. Quello che secondo me e’ piu’ difficile trovare e’ la carne. Non hanno i tagli come i nostri e applicarli alle nostre ricette non funziona. L’arrosto, per esempio, viene asciutto. Ho capito perche’, quando la gente del posto lo fa', deve usare quella salsina che chiamano grevy . Usano il sughetto rimasto nella casseruola dove hanno fatto cuocere la carne, lo passano, ci stemperano un cucchiaio di farina e del brodo, che vendono nel cartone del latte e riducono la salsina ottenuta fino a farla addensare. Poi la mettono sulle fette secche ed eviti l’effetto impastato dell’uovo sodo in bocca.La classica bistecca e’ come l’arrosto, se non stai attenta e la cuoci troppo diventa come l’arrosto, una suola. Dopo qualche tempo di lotte mi sono arresa. Allora ho cominciato a fare esperimenti  e marinare la carne con le loro ricette. Pare che funzioni.
C’e’ quasi sempre la salsa di soia, la salsa Worchestershire, aglio, olio di mais, aceto bianco o rosso, succo di limone, sale pepe ed erbe varie. Butti tutto dentro a un sacchetto a tenuta stagna, in frigo per una notte e il giorno dopo la passi sulla piastra. Voila’ e il trucco e’ fatto.

La rivelazione totale e’ stato il forno. Tutto dentro alla teglia, mezz’ora a 180 gradi e il pollo e’ bell’e' che pronto con le patate.  Io lo usavo sempre per ricette piu’ complicate.
Le verdure sono un punto debole. Non le sopporto e fantasia ne ho poca. Il top del top qui sono i broccoli seguiti dal cavolfiore e dai fagiolini (o cornetti come li chiamiamo noi a Milano). Negli stati con influenza ispanica vanno i fagioli, innumerevoli tipi di fagioli e migliaia di ricette per cucinarli. Le zucchine e i cetrioloni sono in buona compagnia delle melanzane. Il piu’ delle volte tutto grigliato.

I peperoni, che chiamano bell pepper, non sono da confondere con pepperoni che e’ salame piccante a fette che usano sulla pizza a quintali.
Non dimentichiamoci delle patate, interi stati ne vanno fieri e dichiarano di avere le patate piu’ buone.  Ci sono quelle dell’ Idaho, del Minnesota, dell'Ohio e dell'Oregon. Bianche, rosse, gialle, arancio ma anche blu e viola. Hanno persino un’associazione The Potato Association of America o PAA. Mai visto tanti tuberi in vita mia.

Parliamoci chiaro, non hanno una tradizione culinaria molto vasta e al 100% americana. E’ un rubacchiamento di cucine che hanno fatto loro. La quantita’ di cibo che mettono nel piatto e’ enorme. Non hanno molto gusto e compensano con quantita’, salsine, spezie piccanti e sughetti.
Quando poi arrivi a casa dopo dodici ore e non hai proprio l’ispirazione per cucinare, allora ripieghi sul take-out o asporto. Si ordina il cinese, la pizza, il tailandese, l’indiano, il texano-messicano, e via.
Cena pronta con pochi dollari e consegnata a casa.


Il vero prezzo da pagare sono i chili che metti su alla velocita’ della luce e l’acidita’ di stomaco che , dopo un po’, credi che ti stia ammazzando.
Arrivata alla saturazione torni a broccoli, patate e marinature..... se non puoi batterli, unisciti a loro.

martedì 11 settembre 2012

11 Settembre

Photo by BarbaraCarraroJules


Sono passati 11 anni da quella tragica mattina. Qui, piu’ che in ogni altro posto , si sente nell’aria un senso di tristezza, di rabbia, di rassegnazione. E’ successo qui.
Tutti stanno guarendo dalla ferita ma non dimenticano  e non vogliono dimenticare. Il tempo sta’ facendo da medicina.
Tutti ricordano dov’erano in quel momento. Quello che ricordano piu’ di tutto e’ l’odore acre del dopo, il fumo che ha invaso Manhattan per settimane. Mio marito ricorda che persino giu’ a Brooklyn arrivo’ quel fetore denso e insopportabile.
Ieri notte, come da dieci anni a questa parte, ci siamo riuniti con le moto di fronte alla concessionaria della Harley Davidson. Alle ventitre’ in punto siamo scesi giu’ fino a quello che poco tempo fa chiamavano Ground Zero e che adesso, a poco a poco, cominciano a chiamare il nuovo World Trade Center. Il gruppo era di circa 800 moto di tutte le marche con motociclisti di tutte le eta’. Qualcuno ha vissuto sulla pelle l’esperienza di quell’undici settembre, lo stesso qualcuno che adesso ci lavora per ricostruirlo.
Arrivati in West Broadway, dove abbiamo parcheggiato, ci siamo recati nella parte ovest dove partono i treni per il New Jersey. Abbiamo deposto una corona e recitato qualche preghiera.
Il direttore del nostro club, Joe, prima di tornare ognuno nella propria casa, ha recitato un passaggio della Bibbia che raccoglie il sentimento piu’ comune oggi:

(1) Giustificati dunque per fede, abbiamo fatto pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore, (2) mediante il quale abbiamo anche avuto, per fede, l'accesso a questa grazia nella quale stiamo fermi; e ci gloriamo nella speranza della gloria di Dio; (3) non solo, ma ci gloriamo anche nelle afflizioni, sapendo che l'afflizione produce pazienza, (4) la pazienza esperienza, e l'esperienza speranza. (5) Ora la speranza non delude, perché l'amore di Dio è stato sparso nei nostri cuori mediante lo Spirito Santo che ci è stato dato.
(Romani 5:1)