E siamo arrivati
a un punto dolente. Il cibo. Anche in questo campo all’inizio ci si perde. Quando
hai mangiato “italiano” per trentacinque anni cominciare a mangiare altro non e’
semplice, soprattutto se sei quella che fa la spesa e cucina. Pasta, arrosto,
lasagne, affettati e minestre era quello che conoscevo.
La mamma e’
sempre la mamma non si discute. Come cucina lei non lo fa nessuno. Cosi, cerchi
di ricreare quello che sai e che hai imparato in anni spesi al tavolo della
cucina a leccare cucchiai di legno con avanzi dell’impasto delle torte. La pasta non e’ importata, la fanno qui da qualche parte. Qualche volta ti salta in mente di fare il ragu, cosi vai a comprare la carne. C’e’ di diversi tipi, 93% carne-7% grasso, 90% carne-10% grasso e via dicendo. Ci metto un pochino di salsiccia, ma non quella che chiamano italian sausage che ha i semi di finocchio che non sopporto, quella che per trovarla devi andare in uno di quei pochi negozi che vendono cibo italiano. Quello che ci metti mezz’ora in macchina per arrivare.
Sulla diciottesima Avenue a Brooklyn ce n’erano parecchi ma, adesso sono stati sostituiti da cinesi che vendono tutto da 99 centesimi in su. Cosi tanto che ci sei compri anche besciamella, prosciutto cotto e formaggio. Lo scontrino e’ una fucilata.
Al dunque e’
difficile trovare gli ingredienti. Per fare il tiramisu' ho dovuto girovagare
per quattro negozi. I savoiardi li ho trovati una mattina mentre andavo al
lavoro in un drugstore, una farmacia
che vende un po’ di tutto. Quello che
secondo me e’ piu’ difficile trovare e’ la carne. Non hanno i tagli come i
nostri e applicarli alle nostre ricette non funziona. L’arrosto, per esempio,
viene asciutto. Ho capito perche’, quando la gente del posto lo fa', deve usare
quella salsina che chiamano grevy .
Usano il sughetto rimasto nella casseruola dove hanno fatto cuocere la carne, lo
passano, ci stemperano un cucchiaio di farina e del brodo, che vendono nel cartone
del latte e riducono la salsina ottenuta fino a farla addensare. Poi la mettono sulle fette secche
ed eviti l’effetto impastato dell’uovo sodo in bocca.La classica
bistecca e’ come l’arrosto, se non stai attenta e la cuoci troppo diventa come
l’arrosto, una suola. Dopo qualche tempo di lotte mi sono arresa. Allora ho
cominciato a fare esperimenti e marinare
la carne con le loro ricette. Pare che funzioni.
C’e’ quasi sempre
la salsa di soia, la salsa Worchestershire, aglio, olio di mais, aceto bianco o
rosso, succo di limone, sale pepe ed erbe varie. Butti tutto dentro a un
sacchetto a tenuta stagna, in frigo per una notte e il giorno dopo la passi
sulla piastra. Voila’ e il trucco e’ fatto.
La rivelazione
totale e’ stato il forno. Tutto dentro alla teglia, mezz’ora a 180 gradi e il
pollo e’ bell’e' che pronto con le patate.
Io lo usavo sempre per ricette piu’ complicate.
Le verdure sono
un punto debole. Non le sopporto e fantasia ne ho poca. Il top del top qui sono
i broccoli seguiti dal cavolfiore e dai fagiolini (o cornetti come li chiamiamo
noi a Milano). Negli stati con influenza ispanica vanno i fagioli, innumerevoli
tipi di fagioli e migliaia di ricette per cucinarli. Le zucchine e i cetrioloni
sono in buona compagnia delle melanzane. Il piu’ delle volte tutto grigliato.
I peperoni, che
chiamano bell pepper, non sono da
confondere con pepperoni che e’
salame piccante a fette che usano sulla pizza a quintali.
Non
dimentichiamoci delle patate, interi stati ne vanno fieri e dichiarano di avere
le patate piu’ buone. Ci sono quelle dell’ Idaho, del Minnesota, dell'Ohio e dell'Oregon. Bianche, rosse, gialle,
arancio ma anche blu e viola. Hanno persino un’associazione The Potato Association of America o PAA. Mai visto tanti tuberi in vita mia.
Parliamoci
chiaro, non hanno una tradizione culinaria molto vasta e al 100% americana. E’
un rubacchiamento di cucine che hanno fatto loro. La quantita’ di cibo che
mettono nel piatto e’ enorme. Non hanno molto gusto e compensano con quantita’,
salsine, spezie piccanti e sughetti.
Quando poi arrivi
a casa dopo dodici ore e non hai proprio l’ispirazione per cucinare, allora
ripieghi sul take-out o asporto. Si
ordina il cinese, la pizza, il tailandese, l’indiano, il texano-messicano, e
via. Cena pronta con pochi dollari e consegnata a casa.
Il vero prezzo da
pagare sono i chili che metti su alla velocita’ della luce e l’acidita’ di
stomaco che , dopo un po’, credi che ti stia ammazzando.
Arrivata alla
saturazione torni a broccoli, patate e marinature..... se non puoi batterli,
unisciti a loro.