sabato 17 novembre 2012

E' periodo di festa!


Eccoci qui di nuovo con le feste invernali. Si comincia con il Thanksgiving o giorno del ringraziamento. Grazie Padri pellegrini che siete venuti nel nuovo mondo assieme anche a qualche delinquente mandato qui in punizione! Comunque, il punto non e’ il tacchino ripieno, la salsa di cranberries o la crostata di zucca ma il giorno dopo, il venerdi dopo il giorno del ringraziamento. Il Black Friday o venerdi nero. Chiamato cosi perche’ e’ il periodo dove si comincia a vedere profitto o essere in the black.  L’uso del termine risale a prima del 1961 in Philadelphia quando il giorno dopo Thanksgiving le strade e i marciapiedi erano completamente coperte da gente e veicoli. Oggi e’ sinonimo di quando tutto va in saldo e nei negozi e nei centri commerciali si scatena la caccia all’affare. Cosi vedi code alle entrate e parcheggi pieni in attesa dell’apertura che, solitamente avviene in piena notte, ogni anno sempre prima.
Una volta erano le sei del mattino, poi le cinque poi le quattro, l’anno scorso mezzanotte. Quest’anno una botta di vita, invece del venerdi alcuni aprono il giovedi sera alle venti. Ma dove andiamo a finire?


Gli sconti sono alti non si discute, ma cosa te ne fai di 8 stufette elettriche che hai portato via di mano alla vecchietta vicino a te o di 5 ventilatori quando a casa ne hai gia’ due funzionanti e di quante lampade hai bisogno?
Tutto o in buona parte ovviamente, punta al regalo di Natale. Comprarli adesso al 20, 30 , 40 o anche al 50% meno non e’ da poco. Non mi sono mai buttata nella ressa ma, solo per lo sfizio, una volta mi piacerebbe provare. Vuoi mettere l’ebrezza di bivaccare davanti al negozio prescelto dalla notte alle due fino alla mattina alle sei o alle sette con altre due, trecento persone armate di termos di caffe’ e copertina, sacco a pelo, tende e sedie da campeggio?
La preparazione e’ essenziale. Ci si arma di cataloghi la settimana prima, si sceglie quello che si vuole comprare e poi ci si organizza in squadriglie d’attacco. All’apertura delle porte alle quattro e zero zero preciso ci si fionda sull’obbiettivo e non si molla la presa neanche se si dovesse fare a cazzotti. Padre nel reparto attrezzi, figlio reparto elettronico, madre e figlia reparto abbigliamento e cosmetici, la nonna tiene d’occhio i carrelli. E si compra di tutto e di piu’ senza neanche guardare la taglia, tanto a qualcuno prima o poi andra’ bene.

Perche’, mi domando? Forse sono qui da troppo poco tempo e lo spirito del Black Friday non mi ha ancora "posseduto" ma al momento proprio non ci sono con la testa. Io profana che non capisco che il giorno dopo aver ringraziato di tutto quello che ho, vado a prenderne ancora e di piu’ anche rischiando di venire travolta dalla folla appena scatta l’apertura della serratura.


Business lo chiamano. Lavoro. Anche il giorno dopo Natale hai tutto il diritto di restituire al negozio quel bellissimo soprammobile a forma di delfino che la zia ti ha regalato o la cravatta con le renne che hanno le cornine che lampeggiano.
Il rito del regalo in casa mia e’ passato di moda. Non solo perche’ abbiamo praticamente tutto e quello che vorrei regalare e’ troppo per le mie tasche  ma, in effetti non si aspetta piu’ Natale per i regali.

Quella che invece ho fatto diventare una mia tradizione per le feste e’ far fare le cartoline di auguri e mandarle a tutti. A parenti e amici con cui ancora mantengo contatti.
Ho un registro con la lista dei nomi e degli indirizzi per non dimenticare nessuno, archivio una cartolina per ogni anno e, a volte, faccio fare anche le etichette con il nostro indirizzo a tema. La cartolina era blu e lo erano anche le etichette, rossa per il rosso e via dicendo.

L’anno scorso ho voluto strafare e per mettere anche i francobolli natalizi, che sono arrivati per posta tardi, le ho spedite oltre la solita data. Cosi sono arrivate troppo vicine al 25 dicembre e alcune non sono proprio arrivate.
Non tornano tutte quelle che mando ma, questo non e’ quello che mi aspetto. E’ il divertimento nel scegliere la frase, tradurla in altre due lingue cosi che tutti quelli che la ricevono possano capire cosa diciamo e scrivere gli indirizzi a mano a uno a uno pensando alla famiglia a cui andra’. I francobolli grazie al cielo sono adesivi. Niente saporacci strani sulla lingua o uso di spugnette che fanno il bagno alle buste.
Quest’anno data la crisi faro’ un taglio drastico al numero di invii ma, sono sicura che quelli che li riceveranno faranno il passaparola degli auguri con i propri familiari.


Prima si diceva Buone Feste adesso si dice Buoni Saldi, che l’anno nuovo ti porti sconti e buoni affari. Serenita’ e salute sono cose del passato.